Acquistare la giusta autoclave e mantenerla efficiente
Le autoclavi sono Dispositivi Medici (DM di classe I) che vengono utilizzati nelle cliniche mediche e veterinarie per assicurare la sterilizzazione di tutti gli strumenti e i materiali impiegati nel corso della pratica professionale in adempimento ai requisiti della norma UNI EN 13060.
Prima di acquistare un’autoclave è dunque importante conoscere le differenti tipologie presenti sul mercato per fare il giusto acquisto, sia in termini di rispetto della normativa, sia in termini di protezione di operatori e pazienti. Inoltre, dopo avere acquistato un’autoclave è utile sapere in che cosa consiste la corretta manutenzione.
Prima dell’acquisto: come scegliere la giusta autoclave?
Sul mercato sono attualmente presenti tre differenti tipologie di autoclavi per la sterilizzazione: autoclavi di classe N, B e S.
Ciascuna famiglia di autoclavi ha diverse caratteristiche tecniche che, anche in vista della normativa vigente, le rendono idonee o meno all’impiego nello studio medico.
Autoclavi di classe N
La lettera N sta per “naked solid products”, e indica prodotti sciolti (non imbustati) e solidi. Tali autoclavi non consentono di sterilizzare materiali tessili, carichi porosi o corpi cavi, e nemmeno prodotti imbustati, in quanto le caratteristiche del ciclo non permettono di superare gli appositi test di controllo. Le autoclavi di questa classe non sono quindi indicate nella pratica chirurgica.
Autoclavi di classe B
Pur avendo dimensioni contenute le autoclavi di classe B vantano prestazioni paragonabili a quelle fornite dagli impianti ospedalieri più grandi. In questo caso, la lettera B sta per “big small sterilizers”. Qualunque tipo di carico può essere sterilizzato con un’autoclave di classe B: materiali porosi, materiali imbustati, carichi tessili e corpi cavi, quali manipoli, turbine e cannule. Inoltre queste autoclavi sono dotate di una pompa del vuoto integrata con un sistema di “vuoto frazionato”: l’autoclave, prima di dare inizio alla fase di sterilizzazione, compie tre cicli di svuotamento e riempimento della camera. In tal modo riesce ad estrarre le bolle d’aria anche dalle piccole cavità o porosità degli strumenti, permettendo al vapore di entrare in contatto con tutta la superficie interna ed esterna del dispositivo e di sterilizzarlo perfettamente. Date le caratteristiche di questa classe e i livelli di efficienza e sicurezza previsti dalla normativa, quella di un’autoclave di classe B è pertanto l’unica scelta praticabile per molti contesti medici.
Autoclavi di classe S
Le autoclavi di tipo S, infine, sono tutte le altre: si tratta, in pratica, della classe intermedia tra le autoclavi di tipo N e le autoclavi di tipo B. Le loro caratteristiche non sono definite da alcuna norma, quindi possono avere specifiche diverse a seconda del produttore, quello che accomuna tutte queste autoclavi è la possibilità di sterilizzare carichi solidi non imbustati. Solitamente le autoclavi di classe S sono senza pompa del “vuoto frazionato”, per tale motivo non possono essere usate per sterilizzare i corpi cavi, quali manipoli e cannule.
Qual è la migliore scelta per le cliniche veterinarie?
Alla luce di quanto detto, e date le caratteristiche di ciascuna famiglia di autoclavi, la miglior soluzione per una clinica veterinaria è sempre l’autoclave di classe B, che assicura la massima sicurezza e protezione per operatori, pazienti e loro proprietari. A questo si aggiunge che le autoclavi di classe B sono flessibili, potendo offrire un’ampia varietà di cicli anche di tipo N e S, garantendo inoltre un’asciugatura sempre perfetta.
Dopo l’acquisto: come mantenere efficiente un’autoclave?
L’autoclave necessita di un programma di manutenzione tecnica che, supportato da una buona gestione e una buona manutenzione ordinaria, ne garantisce la massima longevità ed efficienza. In questo modo si possono evitare spese straordinarie, rotture inaspettate e il conseguente rallentamento del lavoro della clinica. È bene quindi capire gli obblighi in materia di manutenzione, l’importanza del piano di manutenzione tecnica definito dal produttore e altri semplici accorgimenti ordinari. La manutenzione è un obbligo Secondo l’articolo 2 della Direttiva Europea 93/42/CEE (d.lgs. 46/1977 e successive modificazioni) la manutenzione dei Dispositivi Medici è obbligatoria e fondamentale per il mantenimento della marcatura CE. Pertanto la manutenzione di un’autoclave, in quanto Dispositivo Medico, non è un’opzione o una scelta ma è un preciso obbligo di legge.
Il piano di manutenzione
È importante che il produttore dell’autoclave rilasci un piano di manutenzione in cui vengono esplicitati numero di cicli e manutenzioni necessarie. Alcune di queste manutenzioni potranno essere praticate autonomamente (ad es. la sostituzione del filtro batteriologico), altre dovranno invece essere svolte da tecnici autorizzati con ricambi originali e opportunamente registrate nel Libretto di Manutenzione.
La manutenzione ordinaria dell’autoclave
Oltre al piano di manutenzione è bene tenere a mente tre piccoli accorgimenti che possono avere un grande impatto sull’affidabilità e il corretto funzionamento dell’autoclave:
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Pulizia della camera
All’incirca ogni 100 cicli l’autoclave necessita della pulizia della camera nella quale vengono alloggiati gli strumenti e i ferri. Il normale utilizzo dell’autoclave crea, infatti, residui e impurità che si depositano in particolare sul fondo della camera. Il processo di pulizia richiede di:
- operare a macchina spenta (e fredda), rimuovendo tutti gli accessori presenti (cestello, tray e vassoi);
- utilizzare un panno o una spugna bagnati con acqua, meglio se demineralizzata (e senza nessun detergente);
- ripulire tutte le superfici della camera, in particolare il fondo e il portello, concentrandosi anche sulle pieghe della guarnizione sulla bocca della camera (punto in cui i residui e le impurità tendono ad accumularsi maggiormente). - Pulizia dei serbatoi dell’acqua
La pulizia periodica dei serbatoi dell’acqua pulita e di quella di scarico dell’autoclave è un intervento consigliabile per garantire un miglior funzionamento e una maggior durata. Ecco come effettuarla in modo corretto:
- dotarsi di guanti da utilizzare per l’intero procedimento per proteggersi da eventuali elementi contaminanti;
- svuotare il serbatoio e pulire con un panno, o della carta assorbente, eventuali depositi e impurità che normalmente si sedimentano sulle pareti e sul fondo. La rimozione del materiale è importante poiché salvaguarda i filtri che altrimenti potrebbero intasarsi;
- rimuovere i filtri e pulirli sotto un getto d’acqua. Terminata quest’ultima operazione inserire di nuovo i filtri e riempire nuovamente il serbatoio. - Attenzione alla qualità dell’acqua
La longevità dell’autoclave dipende molto dalla qualità dell’acqua che viene utilizzata: oltre alla scelta dell’acqua (non sempre adatta) è quindi consigliato utilizzare degli opportuni sistemi di trattamento per non inficiare il funzionamento del dispositivo.
Redatto da
Euronda S.p.A.
